I filobus anni ’50 e ’60 in HO/OO

I filobus anni ’50 e ’60 in HO/OO ( prima parte )

(a cura di P.G.)

Vicenza micio

Dall’ inizio del secolo scorso fino alla fine degli anni ’60 molte città italiane  hanno posseduto reti di filobus .

 Poche di queste sono state conservate  , tuttavia oggi in  alcuni casi  si assiste ad un ritorno di questi mezzi di trasporto anche dove erano stati eliminati .

A partire dai primi veicoli primordiali , come questo in servizio  in Italia a Milano… 

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…o a Siena ….

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…come questi altri

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in uso in Germania …

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…o in

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Gran Bretagna …

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….i  filobus , designati oltralpe come “ Oberleitungbus “ e mondialmente conosciuti come “Trolleybus“ ,

si sono diffusi non solo in tutta Italia ,

Madunina

da Milano ….

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…a Roma …

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…da Torino …

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…a Como ….

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…da Alessandria …

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….a Livorno …

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…da

Vicenza Leone

Vicenza …

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…a Napoli …

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… oppure a Desenzano del Garda …

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….ma anche nel resto del mondo ,

resto mondo

 dalla Cina…

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…alla Svizzera…

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…dall’ Austria…

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….all’ Ucraina …

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…dall’Inghilterra…

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….all’ Australia …

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….dalla Germania…

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…al Cile …

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….dal Portogallo ….

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….alla Romania …

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….fino alla Svezia …

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 Generalmente adibiti al trasporto pubblico di persone nelle città 

  ( filobus ), più raramente per linee extra-urbane  (filocorriere)….

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… questi mezzi hanno avuto anche versioni per trasporto merci  (filocarri),  quali, ad esempio , quelli in servizio sulla filovia dello Stelvio.

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Nell’ immediato dopoguerra i filobus venivano considerati sinonimo di modernità rispetto ai tram su rotaia e probabilmente per questo motivo l’ ingegnere  austriaco

Vienne

Karl Kreibich ebbe l’ idea di riprodurli in scala per inserirli sui plastici ferroviari

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…. creando in tal modo il primo veicolo stradale in scala in grado di muoversi in modo autonomo sulle strade in scala HO /OO accanto ai treni .

Egli  fondò a Vienna la società Überland e depositò nel suo paese un brevetto sull’ azionamento e sul modo di guida di tali veicoli …

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Secondo l’ ingegnosa invenzione di Karl Kreibich , uno dei bracci del trolley aziona tramite un perno il sistema sterzante dell’ asse anteriore del filobus…..

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Tale sistema verrà ripreso  poi nel 1949 da Rivarossi

 

L’ Europa Trolleybus

Un brevetto simile  a quello di Kreibich venne deposto in Germania da E.W. Fischer nel 1950  . 

La differenza essenziale risiede nel fatto che le due aste di presa di corrente sono montate  insieme su di una torretta girevole …..

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…e che , a differenza del brevetto di Kreibich , dovendo forzatamente mantenersi parallele , esse possono seguire solo le variazioni di altezza dei due fili elettrici di alimentazione e non le variazioni di scartamento tra i fili stessi la cui posa deve essere dunque molto più accurata .

Dalla collaborazione di E.W Fischer e Günther Eheim nasce così nel ’50 il così detto “ Europa Trolleybus “.     

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Dall’ aspetto che definirei “tozzo e ruspante “

Donald Trump ruspante

ma simpatico ( parliamo ovviamente del filobus ! ) esso è realizzato in robusta bakelite colorata nella massa in bianco…

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…. o in rosso scuro …

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Esso può essere anche accompagnato da un rimorchio che ha la stessa carrozzeria .

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Questo filobus , dai finestrini di celluloide ,  porta sul davanti le iniziali del depositario del brevetto .

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Sono modelli in scala piuttosto abbondante , soprattutto per la larghezza che però contribuisce alla buona stabilità di marcia .

Circo

Le grosse lampadine anteriori , che ricordano quelle delle locomotive Maerklin dell’ epoca …

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…conferiscono a questi filobus un fascino desueto e particolare .

Il funzionamento è in CC o CA da 7 a 18 Volt .

L’ “ Europa Trolleybus “ veniva venduto singolarmente

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o in confezione con pali e fili aerei….

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…e con le istruzioni dietro il coperchio .

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Da notare la presenza su questo veicolo , nonché sul suo rimorchio , della ruota di scorta posteriore che non ho mai visto sui filobus reali per i quali , visto il loro limitato raggio d’ azione , un’ eventuale foratura poteva meglio essere riparata con l’ intervento

Bibendum

di un veicolo di soccorso .

Dell’ “ Europa Trolleybus “ già di per se oggi piuttosto raro è esistita anche una rarissima versione in bakelite azzurrina che raggiunge oggi quotazioni stratosferiche .

Purtroppo i costi di produzione sono troppo elevati  e la ditta  fallisce nel ’53 .

(@16 Novembre 2016)

( Continua nella seconda parte clicca il gattone qui sotto )

kat cap